Esportare in Giappone con l’e-commerce – A cura di ICE Tokyo – In Giappone si sta assistendo ormai da vari anni ad un fenomeno che non accenna a diminuire: il “boom” della gastronomia italiana.
Ore 16.00 – 18.00 – SALA DEL CONSIGLIO – PALAZZINA UFFICI
ICE aveva presentato un dettagliato rapporto sul Giappone a CIBUS 2014, confido che questa sarà l’occasione per confrontare le previsioni di allora con i consuntivi di oggi e le nuove prospettive di sfruttamento commerciale delle tecnologie che da sempre anche io vado ponendo in primo piano, con l’e-commerce, sia B2B che B2C che sembra non aspetatre altro che essere posto in essere… ma niente è facile, vediamo se qui ci danno un po di dritte e numeri per esportare in Giappone.
In Giappone si sta assistendo ormai da vari anni ad un fenomeno che non accenna a diminuire: il “boom” della gastronomia italiana. A partire dalla meta’ degli anni ’90, l’export alimentare italiano su questo mercato e’, infatti, piu’ che raddoppiato. Sono migliaia i ristoranti italiani presenti sul territorio e la ristorazione risulta assorbire circa il 70% del valore dell’export agro-alimentare del nostro Paese in Giappone. Rimane ancora marginale, invece, la presenza dei prodotti italiani nella grande distribuzione, in relazione alla quale, dunque, vi sono ancora ampi margini di miglioramento.
La percezione dei prodotti alimentari del nostro Paese non e’ indifferenziata e rispecchia la forte identificazione regionale del prodotto, la sua specialita’ territoriale e l’appartenenza ad una particolare tipicita’ spesso associata ad una tradizione produttiva artigianale. Gli esportatori nostrani possono quindi fare leva su questo aspetto per introdurre nuovi marchi e prodotti presso il pubblico giapponese o per rafforzare la posizione di quelli gia’ presenti sul mercato.
Il settore potrebbe garantire ulteriori e notevoli margini di espansione per i produttori italiani, ove fosse possibile ottenere un consistente allentamento dei vincoli e una progressiva ma decisa contrazione delle barriere tariffarie e non tariffarie tradizionalmente imposte a Tokyo dall’Unione Centrale delle Cooperative Agricole giapponesi (JA-Zenchu), cui risultano affiliate le associazioni agricole del Paese. Sotto questo punto di vista, la conclusione dell’Accordo di Libero Scambio tra Giappone e Unione Europea potrebbe garantire un allentamento delle barriere che attualmente ostacolano il commercio tra le due Parti nel comparto agro-alimentare.
QUI la pagina ufficiale di informazioni commerciali sul Giappone