Nobili e popolani, dame e cavalieri… ecco infine la versione MEDIEVALE… ho tentato personalmente questa “ricostruzione” del piatto ipercalorico festivo di chi, attorno all’anno mille, già in Carnevale (peraltro assai poco giulivo…) si preoccupava degli stenti di Quaresima (e di quelli del resto dell’anno…)…
Fermo restando quanto detto sulla attualità della schiacciata e le sue ricette di gusto moderno (QUI)…
400 gr. farina di grano tenero macinata a pietra di tipo 2 – 150 gr. strutto – 200 gr. di miele -20 gr. di lievito di birra (volevo il lievito madre, ma non avevo proprio tempo…) – 1 uova intero e 3 tuorli – 1 arancia (buccia e succo) – Vaniglia – 150 gr. di “ciccioli” di maiale”
Ho fatto lievitare l’impasto farina + lievito per una notte, si aggiunto i ciccioli per ultimi – ho steso bene l’impasto in una teglia un po’ più grande che per le altre versioni (altezza della pasta attorno al centimetro) – cotto a 180° per 30 minuti e a 200 per altri 10.
Decisamente interessante il risultato, direi seducente…
Certo non un “dolce” come siamo abituati ad intenderlo noi moderni, ma un magnifico “pane ricco”… o meglio una “schiacciata unta” dallo speziato e intenso gusto davvero medievale, che ti fa pensare avresti potuto trovarla nelle ceste di una banco del pane nelle strade della Firenze dove passeggiava Dante…
Certo ci possiamo ancora abbinare un vinsanto secco, ma meglio, più da rudi frequentatori di osterie fiorentine del “300, un semplice e fresco Trebbiano (è documentato che se ne bevesse più dell’acqua!!!)… oppure una Vernaccia di San Gimignano (ma NON barricata, giusto per rispetto filologico…).
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